Volevo
tornare a segnalare progetti interessanti su Kickstarter, cercando in
particolare d'avere un occhio di riguardo per i progetti italiani.
Nel nostro caso parleremo oggi di Dagon, di Paolo Gaudio e di
Stranimondi, di Zona 42.
Dal
16 giugno 2015, Kickstarter ha reso possibile presentare i propri
progetti direttamente sul sito, senza il necessario intermediario di
un'azienda sul suolo americano. Auspicabilmente, vedremo così
finalmente sparire tanti publisher fantoccio che in tutta
Europa venivano sfruttati per poter usufruire di Kickstarter (e del
suo vasto bacino di utenti, nemmeno lontanamente paragonabile a
quello stagno che sono Ulule, Indiegogo, Eppela, ecc). La Monolith, ad
esempio, il cui Conan ha raggiunto a febbraio la sciocchezzuola di
tre milioni di dollari, aveva dovuto creare un publisher statunitense finto per poter proporre il progetto e raccogliere i sudati
money.
Il che ha creato numerosi problemi dal punto di vista legislativo e
burocratico, non ultimo per il semplice fatto che l'azienda di
riferimento non era che una scatola di fogli senza veri uffici e
personale!
Man
mano che Kickstarter si allarga alle principali contrade europee
vedremo finalmente sparire il ricorso a questi mezzucci, e
contemporaneamente vedremo più progetti, più concorrenza, più
offerte. Tutte cose che tradizionalmente fanno bene al mercato. A
riprova della demenza dei giornalisti italiani, l'entrata di
Kickstarter in Italia è stata presentata come la fine dei “piccoli”
progetti che senza l'ombrello “accogliente” delle diverse
piattaforme non potranno più nemmeno raccogliere quei pochi spicci
che raggiungevano normalmente. Premessa, che a voler fare il
darwinista sociale, progetti tanto minuscoli e tanto modesti
meriterebbero sì di sparire; ma anche così si trascura che
Kickstarter ha un bacino di possibili “compratori” di gran lunga
maggiore di tutti i suoi concorrenti messi assieme. I progetti
italiani che normalmente raccoglierebbero, mettiamo, 500 euro, ora
con Kickstarter hanno la possibilità di raddoppiare quella cifra,
triplicarla: molto banalmente perché il mercato cui si rivolgono non
è più un mare chiuso, ma un oceano.
Conoscete
il claymaton?
Denomina i film in tecnica stop-motion realizzati con
plastilina animata.
L'operatore
crea un oggetto di plastilina, ne scatta una foto, ne crea un altro,
scatta un altra foto e assemblando centinaia, migliaia di fotografie
arriva così a creare un film (in stop-motion, per l'appunto). Non è
una tecnica complessa, ma al di là del suo valore artistico richiede
una pazienza infinita: girare una manciata di scene può richiedere
intere settimane. Probabilmente l'esempio che tutti conoscono di un
filmato in claymaton è Pingu, mentre i più raffinati ricorderanno
l'ottima serie di film di Wallace&Gromit, o le galline nel campo
di concentramento di Chicken Run.
Dagon& |
L'aspetto
a mio parere affascinante della plastilina è che avendo una
consistenza gelatinosa, affine alla mucillagine o alla gomma
flessibile, causa spesso un effetto da “squagliamento”,
involontariamente horror. Tutti i cortometraggi nominati sono rivolti
ai bambini, ma basta guardare ai rifacimenti in claymaton di The Raid
o di The Thing per restare schifati da quella plastilina color sangue
che sgorga con un effetto molto più rivoltante di tanti film
splatter realizzati in computer grafica. Un'ottima conferma delle
potenzialità disturbanti dei pupazzetti in claymaton è data dal
corto D is for Deloused, in cui un setting surrealista s'intreccia a
una trama decisamente barkeriana, nelle mutazioni della
carne/plastilina.
Queste
potenzialità sono tutte presenti in Dagon, che a differenza dei
titoli precedenti ha una chiara impronta horror nella sua stessa
origine lovecraftiana.
San
Francisco, 1919.
Un aspirante suicida sopravvive alla caduta
dall'ultimo piano di un edificio malfamato in periferia.
Il suo nome
è Howard, ed è un soldato reduce dalle trincee della prima guerra
mondiale. Alla visita di un suo caro amico, Arnold, l'uomo non ha
altra scelta che raccontargli il perché del terribile gesto.
Catturato dai tedeschi, l'uomo era riuscito a fuggire su una piccola
scialuppa, su cui s'era poi addormentato. Al risveglio, aveva
scoperto un oceano in secca: una desolata distesa grigia di fango e
pesci in putrefazione. Al centro della distesa, un antichissimo
monolite con incisioni atlantidee. Aveva poi assistito terrorizzato
alla comparsa di un mostro subacqueo, un colosso verde generato dagli
inferni delle profondità marine. La mente non aveva sopportato la
terribile apparizione di questo dio-pesce, Dagon, che aveva iniziato
ad abbracciare oscenamente l'antico pilastro. L'uomo era poi svenuto,
e solo per caso era stato soccorso da una nave amica. Ossessionato
dalla terribile esperienza, Howard aveva tentato di farla finita, ma
senza successo. Scosso dalla testimonianza, spinto dal vincolo
d'amicizia con Howard, Arnold non ha altra scelta: dovrà guidare una
spedizione alla ricerca di Dagon, per porre fine a quell'abominio una
volta per tutte.
Come
avete appena letto, la trama di Dagon non brilla per sottigliezza: si
mantiene originale al racconto primiero di Lovecraft in alcune scene
(la visione del monolite, l'oceano prosciugato...) ma inserendo
alcuni cambiamenti fondamentali. Howard non riesce a suicidarsi, e il
suo ruolo di spaventato intellettuale passa ai muscoli di Arnold,
riferimento tutt'altro che raffinato allo Sferzanegri di action(iana)
memoria.
Da
un lato, l'idea alla base di Dagon, ovvero trasporre nella plastilina
l'orrore cosmico di uno dei primi racconti dei miti di Cthulhu mi
stuzzica parecchio. Dall'altro, l'idea di fondere l'azione sfrenata
anni 80' con l'orrore sovrannaturale rischia di risultare un
“innesto” troppo ardito. L'abbiamo già considerata con la
Cthulhu Apocalypse della Dunwich edizioni, dove ha prodotto un ritmo
concitato, ma un intrattenimento di bassa lega, abbastanza dozzinale.
Mi
lasciano tuttavia ben sperare i bambolotti di plastilina finora
presentati: i lineamenti sono talmente esagerati, talmente grotteschi
che potrebbero riuscire nell'intento. In particolare se i barbagli di
Dagon rimangono i soliti, la figure
di Arnold possiede lineamenti decisamente stravolti, quasi
“scimmieschi” contorti in una smorfia d'ostinata testardaggine.
La
soglia di founding al momento è ancora lontana, ma c'è ancora tempo
per un rush finale.
Se
siete appassionati del buon H.P, dell'ex governatore californiano, o
semplicemente della bellezza del claymaton, spargete la voce,
partecipate, spolliciate, finanziate.
Stranimondi
nasce da un'idea di Andrea Vaccaro, della Hypnos edizioni, che
propone in collaborazione con Zona 42 e Delos edizioni una convention
dedicata esclusivamente al fantastico in ogni sua forma. Un raduno di
appassionati lettori di fantasy e fantascienza, che si riunisca il 10
e l'11 ottobre a Milano per incontrare gli autori, partecipare e alla
fine della fiera (era il caso di dirlo) scoprire nuovi libri. Libri
Strani.
Stranimondi,
al momento, per il suo stesso carattere d'iniziativa stretta tra
piccole case editrici e lettori ha aperto una campagna su
Kickstarter, che mira a raccogliere 2000 euro per finanziare la
convention, allargare il “parco” autori e renderla qualcosa di
autenticamente memorabile.
Al
momento si ha raggiunto la metà della somma, ma superato lo scoglio
di questo sudato agosto, spero che il progetto raggiunga una maggiore
popolarità.
Tra
le possibili proposte, è interessante l'opzione LIBRARIAN, con
l'ingresso scontato e tre libri a scelta, così come gli add-on
(particolarmente gustoso il Kaffeklatch con Aliette de Bodard,
limitato a dieci partecipanti).
Se
devo fare una critica, andava svolto un maggior lavoro di
preparazione iniziale, perché pur seguendo sia la Delos che Zona 42
ho scoperto il progetto con grande ritardo, e per puro caso.
Un
articolo che segnali l'iniziativa su qualche portale del Fantastico
aiuterebbe non poco. Inoltre non comprendo perchè non vendere
direttamente i biglietti, anziché solo lo sconto.
Consiglio
anche di spulciare il sito principale, perché la pagina su
Kickstarter è alquanto scarna.
Della
convention, trovo interessante l'idea della sezione dedicata al
genere Weird, che sembra stia finalmente riscuotendo tra i lettori
italiani la risonanza che dovrebbe avere: merito (quasi) sicuro della
pubblicazione in pompa magna della trilogia di VanderMeer, che a
giudicare dalle recensioni ha fatto più breccia tra i lettori
“mainstream” che fantasy. Il potere di mostrare i libri nella
sezione novità, e non di nasconderli nello scaffale polveroso in
alto a destra (cit.)
On
passant,
l'ultimo volume della trilogia dovrebbe uscire quest'autunno, con
ottimo senso delle coincidenze.
I
Kaffeklatch sono incontri con il proprio scrittore preferito, davanti
a una tazza di caffè (ma chi l'avrebbe mai detto?). Se si scelgono
autori stranieri, dovrebbe risultare un'esperienza interessante e se
proprio non è la giornata giusta potete sempre ammirare gli effetti
di un caffè civilizzato su barbari anglossassoni abituati allo
Starbucks.
L'estasi di Bruce Sterling. |
E
a proposito di anglofoni, sarà ospite Bruce Sterling, che dai saggi
e dai discorsi che ho seguito in via telematica nel corso degli anni
trovo sia un oratore molto buono, le cui previsioni futuriste e i cui
giudizi trovo siano i pochi a non venire zuccherati di ottimismo –
può non piacere come stile, ma non si possono negare le sue capacità
d'analisi.
Fonti:
Pagina Kickstarter per Dagon, by Paolo Gaudio.
Pagina Kickstarter per Stranimondi wants you!.
Sito di Stranimondi, con il programma.
Annuncio su Zona 42, un po' di spiegazioni.
Pagina Facebook di Stranimondi.
2 commenti:
Dagon potrebbe essere un bel progettino.
Gli darò un'occhiata
Potrebbe davvero! E neanche tanto "-ino"!
Considerando quant'è lontana la soglia di finanziamento, spero trovi un qualche sponsor, perché il progetto è originale.
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