Leggere un fumetto non è
come leggere un libro. O ammirare un'opera d'arte.
Un libro si legge;
si decifra un codice, che permette di tradurre alcuni segni in parole
e queste parole in oggetti, sentimenti, scene, storie. Un'opera
d'arte, molto banalmente, si guarda. La si osserva. Si forma
un'interessante paradosso, per cui l'immagine in se cessa di
esistere come qualcosa di "materiale" per diventare qualcos'altro di vincolato, ma al contempo indipendente dal supporto
fisico. Quel quadro tanto stupendo da rapirti in un'altra dimensione.
Quella fotografia in cui vedi qualcos'Altro dalla semplice,
fotorealistica appunto, resa del soggetto fotografato. Non un pezzo
di realtà, ma un'immagine di quella realtà. E' capitato a tutti di
guardare la foto della propria tessera d'identità e guardare un
estraneo in un altro luogo, un altro tempo.
La scrittura, codice.
L'arte, un'immagine, un "guardare dentro".
Sono questioni su
cui è già stato scritto a sufficienza in quegli ambiti
all'intersezione dell'Estetica e della Semiotica.
Tuttavia, nel caso del
fumetto, pongono interrogativi interessanti: devo "leggere"
un fumetto come un romanzo? O piuttosto ammirare le sue immagini, come
fossero un manuale di opere d'arte?
Non è un po' lo stesso
quesito che pongono i geroglifici?
La parola cane, scritta su
una lavagna, per quanti significhi un cane, non raffigura un cane.
E un cane disegnato, non
corrisponde alla parola scritta "cane".
Ma nel caso di un
geroglifico? Un geroglifico del "cane" mettiamo, raffigura
il cane e al contempo significa quella data parola. I fumetti non
sono in un certo senso, dei geroglifici?
La fusione parola+immagine
permette di realizzare questo paradosso e al contempo genera non
poche difficoltà. Spesso, come con i videogiochi, si attribuisce la
fumetto uno status inferiore al "film", e per quanto la
situazione sia in parte cambiata, il numero di fumettari che
continuano a essere fumettari superata una certa soglia d'età è
infima, se non spaventosamente piccola. Confrontando quante persone
leggono Topolino alle elementari e quante persone leggono graphic
novels all'università, la percentuale si alza e si abbassa a
dismisura, come un encefalogramma che precipiti. Certamente, è
questione di gusti e temperamento. Ma d'altronde, non si comprende
pienamente perché se un bambino passa da leggere le fiabe a leggere
i classici, o dal guardare i cartoni a guardare i film, non possa compiere lo stesso passo nel campo fumettistico.
Perché a un certo punto il fumetto viene "accantonato"?
Era questo, il punto
sollevato da Alan Moore in una sua vecchia intervista, dove i suoi
più deboli "fan" hanno cominciato a dire "che
è andato fuori di testa".
"Non ho mai letto un fumetto di supereroi da quando finii con Watchmen. Odio i supereroi. Penso siano degli abomini. Non significano più ciò per cui sono stati usati per significare. Sono stati inizialmente nelle mani di scrittori che avrebbero dovuto espandere l’immaginazione di un pubblico di nove e tredici anni. Era questo ciò che dovevano fare e lo stavano facendo in maniera eccellente.
Oggigiorno, i fumetti di supereroi non sono più pensanti per un pubblico di quell'età, non hanno niente a che fare con loro. Si tratta di un pubblico in gran parte di trentenni, quarantenni, cinquantenni e sessantenni, solitamente uomini."
Siete liberi d'intenderlo in senso ironico. |
Quanto voleva sottolineare
Moore, era che leggere di fumetti Marvel a quarant'anni è come
guardare cartoni animati anziché film. E' ovvio, che de facto,
Topolino ospiti storie stupende, graficamente e narrativamente
parlando, superiori alla media delle stronzate autobiografiche che
affollano troppe graphic novels. Tuttavia, Topolino è pur sempre
rivolto (giustamente) a una certa fascia di lettori. Lo si apprezza,
ma lo si trova anche un po' sciocco. Allo stesso modo come si trovano
sciocchi i cartoni animati a quarant'anni. E' un fatto di crescita,
no? Avremmo un inferno di bambini-adulti, se non fosse così. Non è
questo dopotutto l'obiettivo della Disney, o di molte corporazioni o
della chiesa? Il bambino obbedisce. Il bambino paga, sopratutto.
Spende senza pensare. Il capitalista perfetto. Il fumetto può e deve
fare di più. Deve crescere. Deve maturare. Ma grazie a quella bella
invenzione chiamata “supereroi” è davvero dura che lo faccia.
Un secondo motivo
collegato all'abbandono del fumetto è che, come il videogioco, è
decisamente impegnativo. Topolino non è impegnativo, perché come
già detto, è rivolto a un certo pubblico. Le vignette sono tutte in
fila, i disegni chiari e calibrati, i paperi parlano come beh... Come
paperi.
MA ZIO PAPERINO! UFFA! CHE BLOG NOIOSO!...
Coi manga già la
situazione si complica, e con il mercato dei supereroi, che pure
tranne qualche eccezione si mantiene a livello medio/basso, serve un certo
allenamento, per non stancarsi. Dopotutto, perché non afflosciarsi
in poltrona e godersi qualcosa alla cara vecchia Tele, piuttosto che
comprare albi (sempre più costosi) e mettersi lì a impegnare gli
occhi a seguire il flusso delle vignette e a integrare parola e
immagine. Fatica, troppa fatica, pur nelle trame spacca&distruggi
che dominano.
A volte, se il lettore non
è pratico coi fumetti da anni, il risultato è particolarmente
comico.
Molto semplicemente, non capisce cosa sta leggendo. Volta le
pagine freneticamente, ruota l'albo da una parte a l'altra e mostra
la più totale confusione. Roba per bambino, impreca.
E getta il
povero fumetto in un angolo.
C'è un passaggio di
un'intervista a Barry Windsor-Smith piuttosto interessante a questo
proposito.
Grande fan dei Preraffaelliti, Barry Windsor-Smith ha
ormai praticamente abbandonato la scena attuale, ma verso gli anni
ottanta/novanta tirò fuori alcune gemme notevoli. Ho recuperato da
qualche tempo vecchie scans delle sue opere su Conan e sono stupende,
pur nei colori smagriti dello schermo del pc. E sbirciando alla sua
ultima opera (incompiuta) Storyteller, il lavoro è intricato,
nouveau e assolutamente originale.
No, tranquilli. non hanno tempo per questo :-D |
Groth: Non so se conosco persone
di quel genere. Conosco persone che non li leggono, ma non so se
conosco persone che non sanno leggerli.
Windsor-Smith: Ci sono molte persone che
non li leggono. Ma sto parlando di quelle persone che a tutti gli
effetti non sanno caprine a fondo il processo; ho amici "borghesi" a
cui darò una possibilità perché mi conoscono, ma che non hanno
alcuna comprensione del metodo con cui leggere un fumetto. Una mia
amica, ch'era un'ottima artista, una scultrice e una pittrice, tentò
di leggere il mio Arma X... (Ride). Mi ero appena esposto a una
grossa critica: "Nessuno può arrivare a leggere il tuo
maledetto Arma X, Barry!"
Groth: Non stavo per dire nulla.
Windsor-Smith: Sì, si, certo. Ma tentò
di leggerlo perché voleva sapere cosa stavo facendo. E in un certo
qual modo guardò a tutta la pagina come in un insieme, anziché partire
da sinistra. Guardò tutte le vignette in una volta sola, e scrutò
tutte le nuvolette, probabilmente dal centro verso l'esterno, o
qualcosa del genere. Era una cosa bizzarra! Ma per un certo tempo
intorno ai dieci anni fa, mi ritrovai impossibilitato a identificare
le indicazioni grafiche utilizzate nella sceneggiatura di un fumetto.
Oggigiorno, sono fiero di dirlo, è tanto naturale quanto respirare.
Groth: Non
capisco la difficoltà che qualcuno avrebbe a leggere un fumetto. Hai
una teoria sul perché una persona tanto erudita avrebbe una simile
difficoltà?
Windsor-Smith: Non
ho una teoria; per certe persone, i fumetti rimangono qualcosa
d'alieno. Ma il motivo per cui avevo tirato fuori l'argomento, era
che i miei rinnovati sforzi per creare una sequenza di disegni mi
aveva lasciato frustrato, anche se in precedenza avevo letteralmente
disegnato decine e decine di fumetti. Ma ero appena passato
attraverso un processo lungo dieci anni in cui avevo tentato di
esorcizzarli, tirarli fuori da tutto il sistema, dalla mia mente.
Così con questo processo ho imparato un po' com'è la percezione del
cittadino medio verso il fumetto. E questo mi ha dato una particolare
prospettiva per comprendere perché il nostro campo di attività è
così spesso frainteso.
(...)
Groth: Sì, in effetti
decisamente non piaci al nerd per eccellenza che vuole gli X-Men.
Windsor-Smith: Gli X-Men,
ovviamente! O altra roba di quel genere. Mi sembra che siano un po'
tutti la stessa cosa, tutti con la X (rif probabilmente all'XXX che
segnala un contenuto volgare) che siano dalla Marvel o dalla Image.
Groth: essenzialmente
sesso e violenza per ragazzini.
Windsor-Smith: esatto, su
un livello poi molto immaturo. Ho anch'io violenza nei mie libri, ma -
Groth (sarcastico):
Sfortunatamente, tu ci metti anche dell'humor! (ride)
Awww! Quant'è pucciosa? |
It’s
just an alien process to some people... Interessante, no? Sembra
ricollegarsi bene al discorso appena accennato: leggere costa fatica,
guardare un'opera d'arte costa fatica, leggere e guardare
contemporaneamente... Come può ciò non sfiancare? Dopotutto cos'è
l'opera d'arte astratta se non un tentativo di allontanarsi dalla
difficoltà che implica una scena con figure umane...
Quindi tolti i
balloon, un fumetto?
Il
mio ultimo acquisto è stato "Verso una nobile morte", di
Shigeru Mizuki. Una bell'opera, già adeguatamente sviscerata dal
blog Fumetti di carta.
L'ho comprata, sfogliata arrancando sulla via
del ritorno, letto le prime trenta, quaranta pagine alla sera, e
letto le restanti la Domenica successiva.
Due giorni, poche ore di
lettura. Molto insoddisfacente. Così, spinto da qualche confuso
pensiero che ho provato a esporvi nelle righe precedenti, mi sono
auto-imposto di rileggerlo: ma stavolta imponendo solo un tot di
pagine al giorno. Ha funzionato, e ha funzionato alla grande. Proprio
perché consapevole del "massimo" che mi potevo concedere,
ho finalmente fatto attenzione all'immagine, non solo alla scritta. E
mi sono soffermato su ogni dettaglio, su ogni particolare, su ogni
fottuta foglia di ogni albero. E ho finalmente avuto quell'impressione che troppo spesso non ottengo: di aver assimilato
il libro, di averlo letto davvero, non sfogliato e studiato come si
sottolineerebbe un testo da studiare in fretta per un esame.
La vera
prova del fuoco per questo nuovo tipo di lettura che mi sono imposto,
sarà con un fumetto che non ho ancora letto: riuscirò a controllare
l'urgenza di arrivare "fino in fondo" trascurando,
calpestando così lungo la strada la bellezza delle immagini a favore
dell'imperante logocentrismo della parola?
Lo vedremo. Io sono
fiducioso.
3 commenti:
Anche io ho il tuo stesso problema nella lettura di fumetti, semplicemente a volte me ne frego quasi delle immagini e mi concentro solo sui testi e questo non va proprio bene. Ultimamente ho recuperato il volume unico di Bone e me lo sono letto in una settimana, pur essendo un Capolavoro come pochi non mi è rimasto impresso come pensavo.
Beh lascia "sedimentare" con calma ancora un po' la lettura. Bone poi è un'opera gigantesca u.u
*____* '' !
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