martedì 25 giugno 2013

Considerazioni Post E3- Tom Clancy's The Division

Tom Clancy's The Division – Ps4- Xbox One- Pc (?)




In uscita per Ps4, Xbox One e se firmerete a Questo sondaggio, anche su Pc, piattaforma su cui merita ben di più che sui nuovi catorci... Just kidding. ^__^

Nei confronti dei romanzi Tom Clancy e derivati videogiochi, provo spesso sentimenti contraddittori. Da un alto, sono prodotto indubbiamente validi, sul piano di scrittura e documentazione (gli scritti) che sul piano di gameplay e meccaniche videoludiche (i giochi).

Al contempo, Tom Clancy è sinceramente convinto che gli americani siano la razza eletta dal sacro Signore per unificare ogni popolo, risolvere ogni ingiustizia e affermare la superiorità di democrazia&consumismo sul mondo intero. Nemici sono sempre i russi, o in tempi più recenti la razza cinese; i personaggi nemici assomigliano nei romanzi a pessimi boss di fine livello, mentre nei videogiochi sbiadiscono in banali scontri frontali che richiedono tanta strategia quanto Snake3D.

Ma ripeto: Clancy in certe cose è maestro. Tattiche, funzionamento di burocrazia e politica statunitense, armamenti e guerriglia: tutto ottimamente documentato, tutto descritto con grande maestria. Ehi, dopotutto stiamo parlando dello stesso tizio che invece di tenersi in giardino le begonie, preferisce coltivare la ruggine di un Tank M4 Sherman della seconda guerra Mondiale!


Tom Clancy's The Division, in tal senso, sorprende.

Sorprende perché l'ambientazione è una New York al collasso, in cui un virus sperimentale in origine governativo ha decimato la popolazione, tagliato i trasporti e contaminato  il sistema bancario mondiale, rendendo de facto veicolo di contagio esattamente i "soldi" che permettono al sistema economico occidentale di prosperare.

La popolazione, mentre precipitava nella povertà, si è data al baratto, al saccheggio: si è rinchiusa in comunità autarchiche che ripercorrono i vecchi quartieri di New York. Le associazioni segrete, i gruppi terroristici, le più organizzate branche della società sono salite alla ribalta, hanno scatenato caos e devastazione. Emerge così nelle sequenze di gameplay finora offerte, il panorama di una città precipitata nel quartultimo mondo, scagliata nella sporcizia e nel degrado.



Tutto questo, ovviamente, è ben poco nelle vene di Clancy. E tuttavia, chi impersoneremo?
La Division, naturalmente. Una sezione fedele al governo, armata fino ai denti, finalizzata a riprendere in mano la situazione, a evitare che l'infrastruttura statale, agonizzante, muoia definitivamente, condannando il paese all'Anarchia. In tal senso, mentre ci si aggira per le strade di New York, emerge un'idea prepotentemente Hobbesiana, di società: un homo homini lupus, dove tuttavia lo Stato svolge ancora un ruolo fondamentale, nel senso di Fondante: più forte è lo Stato, meglio si vive.

Se molti scenari postapocalittici presentano un'umanità pericolosa ma libera, una società brutale dove tuttavia i maggiori pericoli provengono sempre da sogni imperialisti e fascistoidi, Tom Clancy sembra muoversi in direzione opposta, e pone come principale pericolo gli elementi di "distruzione"; le schegge impazzite che disgregano il tessuto sociale.

Sul versante del Gameplay, l'Open World è cosa davvero massiccia; la mappa si presenta ampia, e ricca di una gran quantità di sidequest legate al proprio ruolo di agenti dello Stato. In particolare ancora una volta a impressionare è questa New York invernale che più che distrutta è malata e poverissima, infestata da ladri e poveracci come una baraccopoli qualunque.

Le meccaniche shooter non mi entusiasmano molto anzi; in particolare questa mania d'infilare i robottini telecomandati a tutti i costi è piuttosto irritante. Se magari venisse inserito un sistema efficace di dialoghi e scelte, sarebbe un titolo interessante; altrimenti corriamo il rischio di naufragare nella via di mezzo fra il vuoto free roaming di Assassin's creed e la stanchezza dell'ennesimo Tps.

Mah. 

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