Alcune
volte, quando si legge un libro che si ha già letto o di cui si è
già visto il film, è difficile sottrarsi dal fare paragoni. A
comparare l'immagine mentale dei personaggi con l'immagine filmica,
teatrale, o fumettistica. A chiedersi inoltre se i due personaggi, il
protagonista del film e il protagonista del libro, siano diventati un tutt'uno, o siano ancora ben marcati.
E'
ovvio che più il film sa riassumere l'essenza del libro, più i
contorni si sfumano e confondono.
Di rado un brutto film cancella la
bella esperienza del libro da cui è tratto. Qualche attore può
restare “incastrato” nella sostanza cartacea, narrativa del
libro, un volto, un'espressione, una scena... Ma è raro si rimuova
interamente il ricordo della precedente lettura.
Mi
pongo questi quesiti, perchè nel caso del Signore degli Anelli la
questione è incredibilmente complessa. Non c'è dubbio al riguardo,
a dispetto de Lo Hobbit, la trilogia di Jackson riassume con
incredibile fedeltà la vicenda di tutti e tre i libri, specie se li
si guarda con il coadiuvante dell'edizione estesa. Jackson (assieme
all'indispensabile, per sua stessa confessione, aiuto della moglie
sceneggiatrice) ha saputo cogliere le parole e i discorsi più
rappresentativi di tutti e tre i capitoli, rivitalizzando nel
contempo alcune scene sbiadite nel libro e tagliando alcuni dettagli
sgradevoli, come i deliri sulla purezza del sangue numeroano.
Mentre
rileggo Il Signore degli Anelli, non posso perciò esimermi da un
continuo confronto mentale tra le scene dei film e dei libri, e in
alcuni casi addirittura dei videogiochi.
Alcuni
volti restano, altri vedono il ritorno del re di come li immaginavo
una volta.
In
primis, a suo tempo avevo terminato la lettura del Signore degli
Anelli in tempo per la visione al cinema del Ritorno del Re. Dunque
la terza parte rimane per me incorrotta dalla celluloide e i
personaggi, da Faramir, a Denethor, alle lande di Mordor, rimangono
molto diversi dalla versione filmica.
Diversi
non vuol dire migliori: per me Faramir era uno smilzo uomo vestito
alla Robin Hood e Mordor una terra industriale, una wasteland di
crateri e pozzi che non sfigurerebbe nelle Fiandre della Prima Guerra
Mondiale.
Frammenti
della Compagnia dell'Anello e delle Due Torri rimangono “estranee”
al film e pertanto nella mia mente vedono un grottesco cambio
d'abiti: il Frodo pre film sostituisce nella pausa sulle Tumulilande
il Frodo post-film ed è un po' come vedere delle controfigure darsi
il cambio su una scena. Sono sicuro vi sarà capitato questo genere
di confusione. E' anche il motivo per cui tutta la prima parte nella
Contea fino a Brea riveste per me tanto interesse. E sempre per
restare nei Decumani, aver tagliato il ruolo di Saruman e dei
furfanti nel devastare la Contea è stato un grave errore: nel libro
chiude perfettamente il tradimento finale a Frodo, con il richiamo
omerico all'Odissea. Ulisse s'illude d'aver terminato le sue imprese,
ma sorpresa delle sorprese la sua casa è invasa dai (porci) Proci e
non resta che un sanguinoso massacro. Ugualmente, la terra natale dei
quattro hobbit è una landa distrutta e violata da (porci) Furfanti e
non resta che una sanguinosa battaglia.
Alcuni
volti s'intestardiscono e rimangono: Samvise Gamgee per me sarà
sempre Sean Astin, così come Viggo Mortensen Aragorn, Sean Bean Boromir e
Ian McKellen Gandalf. Già il personaggio di Gimli è un diverso
discorso, perchè viene ridotto a macchietta nelle Due Torri,
meccanismo comico che manca totalmente nel libro in cui la sua
amicizia con Legolas mantiene invece un peso di tutto rispetto.
Sempre
a questo proposito, è un vero peccato che si sia persa la storia
d'amore tra Faramir ed Eowin, nonostante nel libro alla fine la
sminuisse, perchè di fatto la relegava nel suo ruolo “naturale”
(per Tolkien) chiarendo la fine dell'anomalia della guerriera femmina
(di nuovo, per Tolkien).
Infine,
Gollum resta Gollum. Inclassificabile, sia su carta che su schermo.
Casa Baggins secondo John Howe. |
Quanto
si ricorda del film, può inoltre ingannare: succede spesso che si
scambi per vero quanto c'è nel film anziché nella versione
originaria del libro.
I
ricordi della lettura e della visione si confondono e si scambiano
per autentici elementi di novità presenti nell'adattamento anziché
nella versione originale.
Spesso,
l'intervento di un terzo medium quale un videogioco può chiarire la
questione.
Ad
esempio, nonostante la presenza di elfi, nani e orchi Peter Jackson
ha perseguito una certa verosimiglianza nella trilogia, fabbricando
le armi in scala e svolgendo nell'insieme un lavoro di documentazione
che sembrasse (non che fosse, attenzione) credibile. Per altro credo
sia proprio la mancanza di quest'elemento “ruvido” – le unghie
sporche, il cibo, le coreografie vagamente realistiche dei duelli –
a mancare davvero nell'aborto della trilogia de Lo Hobbit. I nuovi
film esagerano con stunt,
animali fantastici e coreografie che sembrano uscite dai film russi
ad alto budget, in cui il regista non sa ancora gestire gli effetti a
sua disposizione.
Pertanto,
quand'ho visto nelle anteprime del videogioco Shadow of Mordor il
protagonista mutare e teletrasportarsi dal corpo di un umano ranger a
un sire elfico, ho storto il naso. Non ricordavo nulla di tutto ciò
nel Signore degli Anelli e l'ho accantonato nel rispetto al
background di Tolkien come non appartenente al canone.
E
invece...
Intendiamoci,
la storia dietro il videogioco L'Ombra di Mordor è inventata da
zero, scritta da Christian Cantamessa (co-autore su Red Dead
Redemption) con i dialoghi di humor nero redatti dall'abile Dan Abnett. Non è una fedele riproduzione di qualche storia di Tolkien.
E forse proprio per questo nell'ambiente ludico funziona molto bene,
dando toni cupi che solitamente si ritengono low
fantasy,
ma che nelle vicende videogiocate stanno bene.
Talion,
un ranger esiliato per aver ucciso un nobile di Gondor è incaricato
di sorvegliare il Nero Cancello. Siamo nei sessant'anni tra la fine
de Lo Hobbit e l'inizio del Signore degli Anelli. Mordor è una landa
per lo più abbandonata, il vulcano è spento e solo qualche tribù
di orchi infesta il territorio. Ma l'Ombra di Sauron si sta già
rafforzando... Talion, in un assalto dei vili orchetti vede la sua
famiglia uccisa e scappa alla morte solo fondendosi con uno spettro
elfico, Celebrimbor, colui che forgiò gli anelli del potere. I due
(l'uno) scatenano una sanguinaria vendetta, incontrando sul loro
percorso una strana e contorta creatura di nome “Gollum” in cerca
di un non meglio precisato “Tessoro”..
Non
ho giocato Shadow of Mordor, quindi non posso giudicare più di tanto
sull'effettivo gameplay. Lo trovavo interessante quand'è uscito perché
dava un minimo di personalità agli npc, specie ai boss, in modo
simile a quanto riusciva a trasmettere Watch Dogs. A mio parere
umanizzare i nemici e le comparse negli rpg open world sarà una
sfida nel futuro dei videogiochi di gran lunga più interessante che
aumentare la quantità di texture da infilare sullo schermo. Non a
caso, il gioco è stato lodato dal semi-dio della narrazione
altrimenti noto come Ken Levine.
Talion,
nel momento in cui passa a Celebrimbor, diventa uno spettro, dove l'armatura e i gioielli elfici compaiono in
trasparenza al personaggio originale. Il volto assume i lineamenti
affilati di un grande maestro elfo, ricco di nobiltà.
Per
un neofita può sembrare che tutto ciò non abbia assolutamente nulla
a che fare con Tolkien, ma per chi ha letto Il Signore degli Anelli,
questa trasformazione ricorderà subito Aragorn. In tanti punti, sia
nei combattimenti che nelle chiacchiere tra amici, il ramingo assume
le sembianze dei suoi antenati da cui la sua purissima linea di
sangue deriva. Addio a Grampasso, viva Aragorn, erede al trono di
Gondor. Agli occhi increduli di amici&nemici, va allora incontro
a una sottile trasformazione... esattamente come se uno spettro, uno
spettro dei suoi antenati l'avesse posseduto. E tra le tante cose, la
spada Anduril spesso s'incendia.
Un
effetto, guarda caso, da videogioco, ma è Tolkien a inserirlo, non i
designer.
Si
veda, fra i tanti, questo passaggio in cui Frodo sorprende Aragorn e
Arwen nelle loro vere sembianze, a Gran Burrone:
Frodo si fermò un attimo per voltarsi a guardate. Elrond seduto sulla sua poltrona aveva il viso illuminato dal fuoco come gli alberi dai raggi estivi.
Accanto a lui sedeva Dama Arwen. Frodo vide con sorpresa che Aragorn era in piedi vicino a lei; la sua cappa scura era gettata indietro ed egli pareva vestito dell'armatura elfica, mentre una stella gli risplendeva sul petto.Stavano parlando assieme, quando d'un tratto Frodo ebbe l'impressione che Arwen si voltasse verso di lui, e che la luce dei suoi occhi lo investisse, penetrandogli il cuore.
O
quest'altro passaggio – francamente ridicolo – quando
Aragorn si rivela ai Cavalieri di Rohan guidati da Eomer:
Aragorn aprì il manto. La guaina elfica scintillò nelle sue mani e la brillante lama di Andùril lanciò il bagliore d'una fiamma improvvisa quando egli la sfoderò.
«Elendil!», gridò. «Io sono Aragorn figlio di Arathorn, e son chiamato anche Elessar, la Gemma Elfica, Dùnadan, erede di Isildur, figlio di Elendil di Gondor. Ecco la Spada che fu Rotta e che fu di nuovo forgiata! Hai tu intenzione di aiutarmi o di opporti? Scegli immediatamente!».Gimli e Legolas guardarono il loro compagno stupefatti, poiché mai lo avevano veduto in quel modo. Pareva esser cresciuto, mentre Éomer era diventato più piccolo; sul suo volto animato lampeggiò l'immagine della potenza e della maestà dei re di pietra. Per un attimo gli occhi di Legolas credettero di veder scintillare una fiamma bianca come una corona brillante sulla fronte di Aragorn.
So
quello che state per commentare e ovviamente avete ragione: un conto
è farsi possedere da un fantasma elfo e usarne i poteri, un altro è
semplicemente incutere timore con la propria presenza, rivelando la
propria identità a lungo celata. Tuttavia, se si alterna la lettura
dei due passi al gameplay dove Talion diventa Celebrimbor e
viceversa... La somiglianza è evidente. A voler inoltre
approfondire, nella Compagnia dell'Anello, Frodo quand'è a Colle
Vento e infila l'anello, arriva a ricreare le azioni e le parole
degli antichi re elfici prima di lui e parole a lui straniere gli
vengono da pronunciarle anche quando combatte Shelob con l'aiuto
della Fiala-Stella di Galadriel. In tutti questi casi, come nel
videogioco, è evidente che nella situazione di “magia” e grande
pericolo, l'uomo (o il mezzuomo) recita battaglie già combattute da
elfi di tempi lontani.
Frodo mirò strabiliato il meraviglioso dono che recava seco da tanto tempo, ignorandone il valore e la potenza. Di rado se ne era rammentato prima di giungere alla Valle di Morgul, e mai l'aveva adoperato, temendone la luce rivelatrice. Aiya Eärendil Elenion Ancalima! gridò, ma non comprese le parole pronunziate; gli parve che un'altra voce parlasse con la sua bocca, una voce limpida, inalterata dall'immonda aria della galleria. Ma vi sono altre potenze nella Terra di Mezzo, forze della notte antiche ed indomate. E Colei che camminava nel buio aveva udito in tempi immemorabili gli Elfi gridare quel richiamo, ma allora come adesso era rimasta impassibile.
Si
può davvero attaccare su tante questioni il videogioco L'Ombra di
Mordor, ma non c'è dubbio che i suoi designer abbiano compreso bene
il peso che hanno la genealogia e il passato nel folklore di Tolkien.
E sono dell'idea che aver scelto di fondere il ranger con l'elfo non
sia casuale, ma un esplicito tentativo d'inserirsi nel background di
Tolkien, riscrivendolo per un altro medium.
Non
sempre per mantenersi fedele alla fonte originale occorre copiarla
pedissequamente, anzi a volte proprio il plagio diretto e dichiarato
può distruggere la fonte, mentre una trasposizione audace da libro a
film a videogioco può mantenere lo spirito originario stravolgendone
in apparenza ogni aspetto. Dopotutto, uno dei motivi per cui Watchmen
di Snyder è un brutto film, è precisamente perché si limita a
copiare inquadratura per inquadratura le vignette di Moore,
condendole con tanto rallenty. Peccato, perché la carrellata storica
all'inizio del film sembrava presagire un'opera molto diversa...
Tra
le tante influenze reciproche ci ritroviamo così il caso di un
videogioco che in apparenza, se si pensa al film non è rispettoso
del canone tolkeniano, ma che in realtà se si legge il libro è
insospettabilmente fedele. In effetti, L'Ombra di Mordor non segue
gli eventi, i fatti del libro; ma segue perfettamente le immagini, le
scene che il libro evoca. A partire, per l'appunto, dalla
trasformazione di Talion/Aragorn.
Sarebbe
interessante indagare se questa forma di “rimpiazzo” dei ricordi
del libro con ricordi del film si verifica anche con il teatro, o i
fumetti.
Ad esempio, sentire un romanzo recitato in un adattamento
radiofonico senza averlo mai letto, quanto mi influenza?
Cambierebbe
il mio modo d'immaginare la storia se l'avessi letta in silenzio, per
mio conto?
Qual'è
il vostro rapporto tra romanzi e cinema, tra adattamenti e riletture?
3 commenti:
Capisco quello che dici. Io ho conosciuto il Signore degli Anelli con i Blind Guardian, poi con il film.
Subito dopo ho iniziato a recuperare i libri. E anch'io mi immaginavo tutto nella testa con Elijah Wood e compagnia.
Quel film mi ha splasmato il libro.
@Marco Grande Arbitro
E' stato lo stesso anche per me, Blind Guardian esclusi ^^
Ottimo Articolo, io ho giocato a Ombra di Mordor e Sequel e l'ho trovato molto fedele allo spirito Tolkieniano e nonostante tutte le accuse di essere fuori canone, io con uno sforzo mentale sono riuscito a inserircelo abbastanza bene.
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