Aggiornamento di un racconto ancora in fase molto, molto beta.
Se vi va commentate le vostre impressioni, difetti certo non ne mancano :P
Il municipio era un edificio basso e sgraziato, un ammasso di mattoni anneriti dallo smog, ingentilito solo all'ingresso da due slanciate colonne doriche corrose dalla ruggine. Un soldato di guardia, viso annoiato e giornaletto lurido fra i polpastrelli grassocci, alzò il viso al bussare di Katherina al portone.
- Consegnare armi e documenti, prego-
- Ma che cazzo...- borbottò l'uomo, sgranando gli occhi- Chi pensi di prendere in giro? Avanti bambina, consegna quello stuzzicadenti che tieni appeso la fianco.-
Imbarazzato coff coff del sergente, ansioso di continuare. Katherina allungò spada e documenti al soldato, e si voltò irritata per prosegire, prima che la mano dell'uomo le picchiettasse la spalla.
- La tessera- un sorrisetto untuoso- capitano-
- Oh.. Certo, certo - E questa a che serve? Pensò la donna, afferrando la scheda perforata in rame che il piantone le stave gentilmente offrendo. Di fronte alla sua perplessità, il soldato alzò le sopracciglia, divertito.
- Le chiavi sono roba passata, capitano. Al municipio adesso usiamo le schede perforate. Ci permettono di variare la combinazione dei diversi punti d'entrata anche più di una volta al giorno- puntò il dito verso la scheda fra i guanti di Katherina- Quella le garantisce per oggi l'accesso alle stanza dove l'attendono senatore e sindaco. Ma solo per oggi...-
- Temete forse i ladri?- una smorfia di disprezzo sul bel viso di Katherina.
- Nell'ultimo mese tre sindaci sono morti, assassinati nel municipio- riprese il giornaletto in mano, d'improvviso irritato da quella che riteneva con ogni probabilità imperdonabile mancanza di sapere- Sono gli attentati che temiamo, signora Katherina, non certo i ladri.-
- Gli anarchici senza dio- Il sergente s'aggiunse alla conversazione- Non mi dirà che non conosce quei figli di satana!-
Il piantone sbuffò, chiaramente annoiato.
- Anarchici, sette, infiltrati politici... Chissenefrega, l'importante è che abbiamo scelto di rafforzare la sicurezza, fine della questione-
Il sergente sembrò sul punto di replicare, poi diede un occhiata al cipollotto che teneva nel taschino e si congedò in fretta.
- Capitano, da qui in poi vada da sola, perdersi è difficile in questo buco. Solo- una smorfia- si ricordi che questo non è il suo dannato zeppellin, intesi? Si seguono le regole della buona educazione, da queste parti!-
Stronzo ipocrita, pensò Katherina, ma a fatica annuì e s'incamminò nel corridoio gocciolante umidità, senza voltarsi.
Arrivò ad un ampio atrio dalle pareti di marmo bianco ormai grigie dallo sporco, rischiarate da una lunga fila di lampade a incandescenza, sotto la cui luce fioca una decine di smunte donnine battevano a macchina, tossendo per le nuvole di polvere che si alzavano a ogni passo. Lunghe tubature di un verde ruggine ingoiavano i documenti uno dopo l'altro, dipanandosi in mille tentacoli sparsi nell'edificio.
Katherina si avvicinò a una delle impiegate che non la degnò di uno sguardo, battendo sulla macchina, la lingua fra i denti, il respiro affannoso.
- Scusi, sono attesa dal senatore...- nessuna reazione- Quale corridoio?-
La donna smise per un attimo di scrivere, non voltò la testa e si limitò a protendere la mano a indicare l'imponente scalinata che portava ai piani superiori, mentre al contempo tentava di sistemare un nuovo foglio nella macchina.
Katherina si allontanò con mezzo brivido: la donna era giovane, ma le mani erano quelle di una vecchia: tremavano, storpiate, i polpastrelli resi irriconoscibili da mostruosi calli.
2 commenti:
E se appena entrata in municipio la situazione è questa, chissà dopo...!
Oddio credo che da quel punto di vista non verrai deluso ^^
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