mercoledì 2 novembre 2011

Un incontro inatteso

Donne, dirigibili e brutti contadini IV parte

Donne, dirigibili e brutti contadini è un racconto che mi diverto a scrivere a intervalli irregolari.
(in pratica quando mi pare)
L' ambientazione è un blando fantasy steampunk, con protagonista una donna capitano di zeppelin, Katherina, coinvolta in un' oscura minaccia allo stato repubblicano in cui vive.
Link al primo capitolo: http://zenosaracino.blogspot.com/2011/09/ho-provato-buttar-giu-linizio-del.html

Avanzavano, il cielo bucato da una falange di baionette lucenti.
Bottoni dorati, uniforme nera, elmo d'acciaio in bella vista.
Katherina strizzò gli occhi, distinse il sergente dall'uniforme con le spalline dorate e la pancia da ubriacone. Fumò con una smorfia l'ennesima sigaretta, la gettò via, schiacciandola sotto il tacco dello stivale più e più volte . L'erba si sentiva appena, il fumo stentava a penetrare nei polmoni. Uno schifo.
Mentre la falange s'avvicinava a passo di marcia, diede un'occhiata a Enrico che, mascella serrata e mano contratta sull'elsa della sciabola, dava l'impressione di scoppiare da un momento all'altro.
- Problemi, sergente?- non resistette a punzecchiarlo.
- Non è nulla, grazie. Non sopporto tutta questa burocrazia, ecco tutto. Funzionari locali che si danno manie d'onnipotenza, la polizia che si crede chissà chi per l'occasione.-
- Sembrano piuttosto ben disciplinati- osservò distratta Katherina, guardando gli operai in una veste giallo sporco assicurare al suolo il suo prezioso zeppelin.
-Sono ridicoli. Grassi pavoni che non sanno combattere. Guarda le baionette ad esempio. Ferro così lucido non devono averlo mai usato davvero.-
Sbuffò.
- Probabile che non siano nemmeno affilate-.
Katherina non rispose, ma sorrise di sbieco.
-Il resto dell'equipaggio si sporgeva dal ponte con i pochi averi pronti in mano, mentre i più smaniosi, piloti e soldati, si accalcavano presso la scaletta.
Qualcuno stringeva fra le mani lo zaino, molti fotografie sbiadite o vecchi fazzoletti che avevano perso colore. Li sventolavano verso la piccola folla di donne che si accalcavano presso la scaletta, che strillavano nomi di ogni genere, più d'una con lacrime o attacchi d'ansia quando qualcuno rispondeva. Molte avevano superato la sessantina, altre più giovani, ma dal viso pallido e il corpo grassoccio delle casalinghe, stringevano le mani di bambini e figli. Altre ancora un pò in disparte fumavano qualche sigaretta, avvolte in vesti provocanti, ma piene di toppe, il trucco esagerato sul volto. Madri, fidanzate, puttane. Tutte in cerca dei loro amori. Beati loro, che non devono affrontare la burocrazia pensò Katherina, prima di lacerare il suo volto in un sorriso. Il sergente della falange ricambiò, con sorriso certo più largo e sincero, fermando la fila di soldati a un passo da Enrico e Katherina. Qualche metro lontano il macchinista e il primo pilota li fissavano, strascicando i piedi indolenziti. Tutto come prevedeva il maledetto protocollo, quindi perchè il sergente arrossiva e continuava a fare piccoli cenni con il capo?Con un sospiro Katherina accennò un inchino tanto rigido da sembrare che l'avessero spinta.
- Capitano Katherina?-
- Così dicono. Ne vede forse altre, di donne?-
Il viso dell'uomo si fece ancora più paonazzo. Il macchinista soffocò la risata nella barba fra continui singulti. Enrico ghignò. Il sergente si strofinò la guancia, vano tentativo di nascondere il rossore. Srotolò con la mano una lunga lettera arrotolata nell'ampia tasca del pastrano. Lesse le prime righe.
- In sostanza la devo scortare al Municipio, capitano. Ordine di massima priorità. In caso di necessità sono autorizzato all'uso della forza-
Katherina sbuffò di fronte all'espressione feroce del sergente.
- Sicuro di non aver sbagliato persona? -
- Niente affatto.- Porse la lettera, la donna gliela strappò di mano, la lesse con fronte sempre più corrucciata man mano che si addentrava nel testo.
-Allora?- incalzò Enrico.
-E' tutto vero.- ammise Katherina, a suo modo impressionata
 - Pensavo fosse un semplice controllo di routine e invece mi vogliono al municipio. Quattro chiacchere con niente di meno che un senatore in persona.
Nella lettera accennano a una missione, ma sono molto confusi in ogni punto-.
- Politichese, Katherina. La lingua dei politici. Non la capiscono nemmeno loro, figuriamoci noi- una pacca sulle spalle da parte di Enrico.
-Prenditi cura dello zeppelin, soldato! Ci si vede al pub, se dio lo vuole!- augurò Katherina, prima di scomparire fra un mare di divise nere.


Avete davvero letto tutto l'enorme malloppo? Bravi, ma ne dubito fermamente.
Per ricompensarvi, ecco qualche tetta :-D


Se siete donne considerate l'illuminante via del lesbismo ^^





5 commenti:

Ilaria ha detto...

hahahaha già considerata :) ps. avevo scritto un commento lunghissimo all'articolo sullo scrittore medio italiano e poi??? NON L'HO PUBBLICATO!!! Vedrò di riscrivere qualcosa

Coscienza ha detto...

Su repubblica?
Prova, prova :) vediamo cosa esce fuori^^

Unknown ha detto...

"...la burocrazia pensò Katherina, prima di lacerare il suo volto in un sorriso. Il sergente ricambiò con sorriso certo più largo e sincero..." appunto su questa frase: la seconda parte è corretta o manca qualcosa? Forse una virgola?

Coscienza ha detto...

Grazie, ho limato e corretto, anche se in teoria la frase mi sembrava giusta, forse c'è anche un po' di confusione fra Enrico- sergente e il sergente della falange di guardie della città. in cambio ho notato rileggendo anche un errore di battitura, la formattazione andata a donnine allegre (letteralmente lol) e un'orribile ripetizione- collo/ protocollo. Orrore! il lavoro di correzione non finisce mai >.<

Unknown ha detto...

ok adesso fila più liscio!..ho notato un'altra ripetizione qualche riga più in giù: "Il macchinista soffocò la risata nella barba fra singulti soffocati".