Questo libriccino mi aveva sempre affascinato dalla prima volta in cui mi era capitato di sentirne parlare: ho sempre usato l'esempio di Lovecraft amante dei gatti nelle conversazioni con chi lo conosceva poco o male, per evitare il circolo vizioso dell'autore horror-razzista-conservatore. Gli racconti di come Lovecraft fosse rimasto un'intera notte sveglio in poltrona per non disturbare un gattino che gli si era addormentato in grembo e... magia, se non hanno un cuore di pietra, o non sono dei cinofili, lo troveranno subito più simpatico. I gatti sono sempre ottimi per “rompere il ghiaccio”, non importa quanto algida sia la persona con cui state conversando.
E rimane un episodio commovente, davvero toccante: un bel tributo della gentilezza che Lovecraft dimostrò sempre verso amici, umani e animali, che avvertiva artisti in lotta contro la bruttura del mondo moderno.
Originariamente pubblicato nel 1995, a cura di Gianfranco de Turris e lo scomparso Claudio De Nardi (con bibliografia e note dell'immancabile Pietro Guarriello), Il libro dei gatti è una raccolta di 168 pagine su ogni saggio, lettera e racconto che Lovecraft abbia mai dedicato ai suoi amici felini.
La nuova edizione, del 2012, amplia il materiale di partenza, lo compatta, aggiunge una lettera-commiato di Claudio De Nardi, illustrazioni originali, oltre a commenti, analisi, saggi...
Nonostante l'argomento di partenza possa sembrare ristretto e per certi versi “volgare” (ah!), lo studio è condotto con una tale serietà e una tale attenzione da non sfigurare affatto di fronte a compagni più blasonati sullo stesso filone.