lunedì 22 agosto 2016

Liebster Blog Award 2016! Domande e risposte.


A giugno il collega di cella di blog Grande Arbitro del Gioco Magazzino! La lega del ludo mi ha conferito il Liebster Blog Award, un simpatico premio/catena che noi blogger amiamo passarci l'un l'altro per avere più visite e più lettori ^__^
Sono sempre un po' titubante quando si tratta di iniziative del genere, perchè non so mai cosa rispondere ad alcune domande, siano personali o di segnalazione d'altri blog. In quest'ultimo caso ho semplicemente saltato i punti 5-6-7. Anche anni fa, quando frequentavo maggiormente la bloggosfera, mi sarei trovato in difficoltà a nominare 11 blog, figuriamoci adesso.
Come avevo ribadito sul Boomstick Award 2015, preferisco ormai seguire la persona invece che il sito: ormai di continuo ci si ritrova obbligati a seguirla nei boschi di social, giornali, siti, blog (sempre meno aggiornati), collaborazioni, pubblicazioni ecc ecc
Al momento, ad esempio, seguo abbastanza Jess Nevins, una nostra vecchia conoscenza per le annotazioni su Nemo e Alan Moore. Jess aggiorna di rado il blog, ma non si fa scrupoli a bombardare di tweet il suo profilo, a gestire una (sporadica) newsletter pure molto interessante, a collaborare di tanto in tanto con quel dato sito di news. E' stancante, dispersivo e sterile, ma è anche l'attuale modo di fare.

Innanzitutto, le regole:

1) Ringraziare i blog che ti hanno nominato e assegnato il premio;
2) Scrivere qualche riga (massimo 300 parole) sul blog che preferite (ovviamente non il vostro). Spiegare perché vi piace il blog, mettere il link;
3) Rispondere alle 11 domande poste dal blog o dai blogger che ti hanno nominato;
4) Scrivere, a piacere, 11 cose di te;
5) Premiare a tua volta 11 blog con meno di 200 follower;
6) Formulare le 11 domande per i blogger che si nomineranno;
7) Informare i blogger del premio assegnato.

Oookay, iniziamo:

1) Ringraziare i blog che ti hanno nominato e assegnato il premio;

Semplice, come detto è Gioco Magazzino. E' un collettivo di autori che recensiscono e pubblicizzano uscite nerd, dai boardgame alle miniature di Warhammer. Nello specifico, il blogger che mi ha conferito il premio è Grande Arbitro, che a causa dell'immagine profilo ormai associo a Kickass (il supereroe poco super, non il portale di Utorrent chiuso dai malvagi yankee...)

2) Scrivere qualche riga (massimo 300 parole) sul blog che preferite (ovviamente non il vostro). Spiegare perché vi piace il blog, mettere il link;

Ecco, mi trovo già in difficoltà, perchè non ho al momento un blog che segua assiduamente.
Tengo d'occhio i siti delle piccole case editrici che recensisco, come a loro volta gli autori che ospitano. Mi riferisco ad esempio a Vaporteppa, Zona 42, Ludologica ecc ecc
E ci sono ovviamente i blogger che seguo già da tempo, che ho nominato altre volte: Grande Avvilente, A Noi Vivi, Duca di Baionette, Il Pozzo e lo Straniero, Alomadeddu, La Tana dello Sciamano...
A questi possiamo aggiungere i blog che seguo, ma che centrano poco con gli argomenti che qui si trattano: ad esempio leggo negli ultimi mesi assiduamente Il Giorno degli Zombi, ho ripreso Ferruccio Gianola (che è un po' eterno, è il blogger più costante che abbia mai letto in 5 anni di frequentazione del settore...), La Leggivendola, Obsidian Mirror (anche se lo sfondo nero mi uccide gli occhi), I dolori di una giovane libraria ecc ecc
E ci sono infine i blog (sempre più numerosi) che chiudono o proprio scompaiono totalmente. Sono davvero tanti e se alcune volte ne rimani contento, vedendo la qualità (più del blogger che degli articoli) declinare, altre volte sono autentici funerali - specie quando la causa è la concorrenza del rumore di fondo dei maledetti social

Se voglio invece pubblicizzare un blog che meriterebbe più visite... senza dubbio Riflessi storici.
Il gestore è come me laureato in storia e ci sta davvero dando dentro col nuovo sito, in fatto di articoli e saggistica. E' un sito di storia generale, anche se il focus finora è sulla storia moderna, se non proprio contemporanea. Il taglio è lefista, per dirla all'inglese, ma proprio per questo e per l'attenzione a fonti e documentazione, risulta particolarmente valido.
Riflessi storici era già attivo gli anni passati, quando raccoglieva un gran numero di contributi, con diversi tagli editoriali, dalla citazione breve, all'articoletto, alla lunga dissertazione ecc ecc
Col rilancio del nuovo sito si è preferito restringere la varietà agli articoli corposi e ben argomentati, linea che, inutile dire, approvo totalmente.
Consiglio per una prima lettura la serie sulla Rivoluzione industriale, un recente articolo del gestore Pier Alfei sulla politica vaticana post Seconda Guerra Mondiale e, perchè no, un po' di Lovecraft che non fa mai male.
Meriterebbe davvero più visite, specie in rapporto all'impegno e al numero di mi piace su Facebook (come purtroppo sappiamo, tanti mi piace non sono tanti lettori, ahimè).

3) Rispondere alle 11 domande poste dal blog o dai blogger che ti hanno nominato;

1. Qual è l'ultimo gioco da tavola a cui hai giocato?

Tim Hildebrandt, Gran Burrone
Facile, facile. Due settimane fa ho rigiocato col mio collega di filosofia Il Signore degli Anelli di Knizia, uno dei primi cooperativi “seri”, prima dell'invasione attuale nei boardgames.
E' un gran bel gioco, tutt'altro che invecchiato. Per vincere, o anche solo per sopravvivere, la cooperazione tra i giocatori è fondamentale, sia nei combattimenti che nello scambio delle carte. E' il gioco di un matematico, come tale calibrato al millesimo. Paradossalmente, nonostante sia alla fine un gioco astratto, rende anche bene l'idea del lungo, interminabile viaggio di Frodo&compagni verso il monte Fato. Il gioco inoltre si sente “difficile”, ma mai punitivo: sembra esserci sempre una fair chance di vincere.
Gli artwork e la componentistica sono tutti pre film di Jackson, per cui ritroviamo i disegni di Alan Lee e i personaggi che il designer Knizia riteneva fondamentali, non gli sceneggiatori.
Nel riparlerò nel saggio di cui vi parlavo, se non altro perchè tra i giocatori disponibili c'è Federico Grassotto Bolgeri, hobbit che sfido i tolkeniani “da cinema” a conoscere...

2. Qual è l'ultimo videogioco a cui hai giocato?

Steam Squad. E' un RTS, a turni, ambientato durante una prima guerra mondiale alternativa. A inizi novecento il globo è infatti diviso tra un Sacro Romano Impero, una Cina estesa in Asia e Giappone e un Impero Britannico con ancora le colonie “americane”. E' steampunk storicamente corretto, perchè fa leva sul “pericolo giallo” effettivamente molto diffuso all'epoca.
L'ubriacatura di biologismo, di darwinismo sociale e di un malinteso malthusianesimo vedeva nella Cina, con i suoi milioni di abitanti, una futura minaccia per la Terra, un rullo compressore destinato ad assimilare ogni altra razza. Ricordiamo in tal senso il terribile racconto di Jack London, autore che non so bene perchè si continua a spacciare “per bambini”. O pensiamo a Fu Manchu.
Il gioco in sé ha gravi difetti, con alcune missioni a dir poco frustranti e altre a dir poco facili. La fisica è incoerente, la gestione delle squadre spesso fallace e il tutorial ingannevole.
Tuttavia, se la storia e l'ambientazione vi interessano, potrebbe valere il tempo di un acquisto o di un download.


3. Qual è l'ultimo fumetto/libro che hai letto?

Ah, difficile, difficile.
Diciamo che sto leggendo contemporaneamente un sacco di roba, ma cercherò di fare del mio meglio per distinguere.

Per i fumetti, sto lentamente scavando in Providence 2, una pagina dietro l'altra. Con la collaborazione di Matteo Poropat ci stiamo lentamente facendo strada nelle annotazioni.

Per i romanzi, ho appena terminato Il Ponte sulla Drina, di Ivo Andric. Volevo leggere qualcosa di storico dell'area dei Balcani e Ivo Andric è considerato uno dei padri della letteratura bosniaca.
E' stranamente un bel romanzo, un mattone storico che va dai turchi del '500, all'800 e alla dominazione austriaca, fino alla prima guerra mondiale. A sorpresa il dominio austro-ungarico non è nemmeno così criticato anzi, Andric sembra quasi rimpiangerlo (!). Ne riparleremo a questo proposito, perché l'occasione di trasformare uno scrittore bosniaco in un filo asburgico è troppo ghiotta per lasciarsela scappare! ^__^

Per i saggi non universitari ho appena terminato Spirito e Sesso: la donna e l'erotismo nella Vienna fin de siecle. E' un saggio degli anni '90 di una certa Nike Wagner, che analizza gli studi e gli stereotipi sulla donna idealizzata di Vienna: dalla donna fragile, alla donna bambina, alla donna puttana, alla donna emancipata ecc ecc 
Una sorta di studio degli intellettuali dietro le donne fatali dei quadri di Klimt. La vera guida è Karl Kraus, un tormentato (ma lo erano un po' tutti, all'epoca) giornalista direttore della Fackel. L'ho citato di recente in un articolo per Riflessi storici.
E' un saggio denso di sesso, misoginia, ginofobia, darwinismo sociale, lesbiche, gay, puttane, suffragiste, attrici sifilitiche, cocotte, alcolizzati, giornalisti da strapazzo, psicanalisti che fottono le loro stesse pazienti... insomma, parlerò a breve anche di questo, non temete.

Per i saggi universitari, sto finendo un po' di roba in previsione della sessione di esami di settembre. D'interessante ai temi di questo blog sono dei saggi sul Risorgimento e sulla Cina moderna. Per scaramanzia preferisco parlarne quando (e se!) avrò passato gli esami.

4. Qual è l'ultimo film che visto?

Di bello ho visto per la prima volta Slither. Grande body horror, è incredibile quanto funzioni bene l'accostamento humor+mutazioni della carne. Lo considero la versione light del Society di Yuzna.
Di brutto ho visto xXx. Vederlo è l'equivalente di una lobotomia frontale. E quel che è peggio è che Vin Diesel sarebbe anche un grande attore, capace a mio parere di ruoli intelligenti, diciamo di action sì muscolari, ma intelligenti... cioè, insomma, adora D&d. E' uno dei nostri.

5. Qual è l'ultima canzone che hai ascoltato?

Diamine, ascolto poco o nulla di musica, domanda difficile. Diciamo che di musica-musica ultimamente ascolto la colonna sonora di Brigador. E già che ci siamo ci cacciamo la finta colonna sonora di Wolfenstein, House of the Rising Sun.

6. Perchè hai deciso di aprire un blog?

Boh? C'era una lista di blogger che rispettavo, seguivo e volevo imitarli. E pensavo che postando racconti avrei avuto decine di commenti a segnalarmi cosa migliorare e cosa no. Beata ingenuità.

7. Quanto tempo dedichi al tuo blog?

Una, due ore per scrivere un articolo di lunghezza media, una mezz'oretta al giorno per tenere d'occhio le statistiche. La parte che mi ruba più tempo è trovare le immagini, ritagliarle, dare i crediti, usare il grassetto ecc ecc Vorrei avere una segretaria anime che gestisca queste cose al mio posto (vanno bene anche le scimmie fumatrici, gli androidi petulanti e le intelligenze artificiali assassine, non facciamo disparità).

8. Prossimi progetti per il blog?

E' da giugno che tento di scrivere un lunghissimo articolo di lode verso il generale Radetzky.
Forse a settembre finalmente lo vedrete pubblicato.
Se (ed è un gran bel grosso se) riesco ad andare al Lucca Comics quest'anno, mi piacerebbe tentare un reportage in diretta, con le foto, commenti, forse qualche piccolo video aggiornati direttamente sulla pagina del blog. Vi può interessare?
Sempre per quest'autunno troverete nuovi articoli sul Giappone e forse sul National Geographic vintage.

9. Come vedi il futuro della blogsfera?

Non voglio fare previsioni pessimiste, perchè trovo che spesso siano profezie che si auto avverano.
La situazione non è entusiasmante, ma perché non c'è un ricambio generazionale. Ci sono nuovi blog che iniziano come collettivi di autori, ma ci mancano proprio le grandi personalità, che forniscano contenuti di qualità, lunghi, articolati e sopratutto freschi.
E comprensibilmente, i vecchi blogger perdono vigore e dignità (cit).

10. Cosa faresti se un domani internet sparisse per sempre?

Quindi, vediamo... niente più siti internet, niente più newser che lavorano gratis, solo giornali cartacei, solo gente che scrive e viene pagata per scrivere (!) senza doversi umiliare a mettere banner pubblicitari e schifezze varie (!) per guadagnare sì e no un centesimo ripartito tra direttore e cinquanta giornalisti (!)...
Sì, direi che tornare agli anni in cui si veniva pagati per lavorare non mi dispiacerebbe, grazie Internet, restatene a casa, thanks.

11. Fatti una domanda e risponditi da solo

Ho iniziato a studiare troppo tardi per settembre? Sì. Non lo faccio sempre? Sì.
Ma non sono due domande invece che una? Sbagliato, con questa sono tre. Dritto in punizione.

4) Scrivere, a piacere, 11 cose di te;

E' difficile scrivere di roba del genere senza sprofondare a mezza gamba nella palude del narcisismo. Facciamo così: perché non confronto quanto scrivevo nel 2013 con questo 2016?
All'ottobre del 2013 avevo ricevuto il Versatile Blogger Award e avevo scritto “7 cose su di me”.
Con i blog si dà sempre per scontato che il blogger non cambi mai, che rimanga sempre lo stesso: in realtà sorprende spesso (anche il sottoscritto) quanto cambino certe cose, col tempo.
Sono miope: ogni volta che qualcuno chiede di provare i miei occhiali gira in tondo, esclamando con voce grossolana "Ma vedi pochisiiiiiiimoooo! " Al che, arriva un pugno...

1. Nulla da dire qui, ero miope, sono miope ancora adesso, non è qualcosa che si possa cambiare :-D Non capisco perchè tre anni fa avessi citato l'esempio degli occhiali. Cioè, okay, mi era successo, ma credo in prima, o seconda superiore, certo non all'università.
Odio la pallavolo. Ma proprio tanto. Non capisco le tattiche di gruppo, di quella palla che vola su e giù per la rete non m'importa nulla. Il mio concetto di sport è rimuginare cupi pensieri camminando per conto mio nel vecchio borgo; e alle superiori quelle due ore di ginnastica erano la cosa più insulsa e inutile che mente umana possa immaginare.

2. Se era l'ottobre del 2013 ero all'inizio del secondo anno della triennale, ma a giudicare dagli esempi ero con la testa ancora agli anni della scuola. Siamo di nuovo a riferimenti alle ore di ginnastica alle Superiori, dove non facevamo altro che giocare a pallavolo. Sì, effettivamente era una gran palla (pun intended).
Come Alan Moore, sono una sorta di Amish; ho cominciato a usare il cellulare appena cinque anni fa, non guardo la televisione, ascolto poco la radio. Curiosamente, ho abbracciato invece con grande rapidità l'ascesa dei lettori ebook, prima che tablet e kindle diventassero "oggetti" alla moda. Aspetto con altrettanta ansia che scendano di prezzo le stampanti Treddì; sento che si faranno grandi cose, in barba a giocattolini come Smartphone e Google Glass.

3. Alan Moore non è che sia poi un amish, non sembra ad esempio avere remore a usare Kickstarter per i suoi fumetti.
I lettori ebook non sono mai diventati oggetti alla moda, non hanno avuto il tempo di specializzarsi, anche se è un sollievo constatare nel 2016 che non ci sono più le lotte Carta Vs Digitale.
Le stampanti 3D continuano a essere troppo costose, almeno per stampare miniature in scala 32 mm o simili. Rispetto al 2013, viviamo ora in una società molto più draconiana sulla pirateria, basti pensare alla chiusura di Kickass Torrent o al giro di vite su certi circoli di pirateria “normali” nell'epoca post chiusura Megaupload.
E' buffo che lo smartphone venga da me definito nel 2013 una sorta di giocattolino di lusso, da l'idea di quanto si deprezzi una tecnologia di comunicazione.
Sono tre gli autori che torno periodicamente a rileggere; Tolkien (Il Signore degli Anelli)
Lovecraft (i racconti) e Leopardi (Zibaldone, Operette Morali) Il resto è fuffa, che viene spesso declassata. Lascio un posticino aperto per Altieri, che mi dicono tutti essere un autore rozzo perché scrive solo thriller (Chiamali così... ) e perché ama troppo le parole (Che cosa terribile!).

4. In realtà qui sto solo difendendo Altieri, se notate: di Tolkien e Leopardi mi limito a citare le opere. Non so davvero perché avessi inserito nella lista Leopardi. Non è un classico della letteratura che odii, ma non posso certo dire lo rilegga di frequente. In effetti, non lo rileggevo nemmeno all'epoca. Quindi, perchè? Volevo darmi un tono? Mah! Forse ci sono: nello stesso mese avevo appena superato l'orale di Letteratura italiana con il corso monografico sui Canti di Leopardi. Un entusiasmo del momento, quindi.
Non leggo più Altieri, non riesco più a sopportare il suo amore della parola per il gusto della parola, oltre a una sua rappresentazione manierista di una violenza che dichiara sempre di voler denunciare, ma alla fine celebra, da oscuro cantore. Tutti i romanzi di Altieri alla fine si basano sull'identico schema e l'identico feticismo per i paroloni un po' buttati lì. Gli sono comunque debitore alle Superiori per avermi salvato dai barocchismi che scrivevo all'epoca (frasi lunghe intere pagine, robaccia del genere) e avermi insegnato la bellezza della frasespezzata”, mutilata.
Però grande maestro, con tanto di foto “in posa”... no, dai.
“Lovecraft (i racconti)”... perchè diamine questa specifica? Cosa volevo chiarire, visto che non avevo letto nient'altro, ne lettere, ne pastiche, ne saggistica?
Ancora una volta, l'insicurezza maledetta di volersi dare un tono.
Non mi piacciono le folle, i grandi assembramenti, le centinaia di spettatori alle orchestre. Sono andato in vacanza a Londra proprio nel periodo dei Riot (chiamasi altrimenti negri impazziti), ho frequentato le marce di protesta per i tagli scolastici, sono stato (rarissime volte) a qualche concerto, a qualche raduno. E ne ho ricavato una sensazione di pieno disgusto per la folla, per la collettività, per il "siamo tutti insieme, una grande forza bla bla". L'uomo è tale solo in quanto individuo, punto.

5. Sono stato al Triskell, ma non sono mai stato ad alcun “concerto” (?) o marcia di protesta. Chissà cosa diamine pensavo. Sottoscrivo però quei “negri impazziti”. E' offensivo, certo, ma che ci volete fare? Nell'estate del 2011 ero stato a Londra per un viaggio post diploma e per poco non mi linciavano, nel corso delle proteste di quel periodo. Ogni tanto continuo a pensarci: una massa di looters, spaccabottiglie e furfanteria che corre in avanti, distruggendo vetrine e assaltando la gente.
Ok, la maggior parte era di etnia africana, altri erano di altre etnie, altri erano “bianchi”, se volete erano “inglesi”. Però “negri impazziti” è sincero: era quanto pensavo all'epoca, quanto penso adesso. 
Non sottoscrivo più tutta quella fiducia cieca nell'individuo, superuomo che afferma la sua trionfante individualità contro lo Stato... d'altronde come spesso capita in casi del genere ero a pieno carico dei miei genitori quel periodo, è facile fare i “titanici” quando hai le spese già tutte pagate.
I libertari che conosco sono tutti come i gatti, non fanno mai nulla, ma si arrogano ogni diritto. Miagolate via.
Colleziono miniature in scala 28, 32 mm, preferibilmente della gamma Games Workshop. In effetti, ero un giocatore accanito. Per chi intende: Sorelle guerriere e Guardia imperiale, Alti elfi e Bretoniani. Se osate chiamarli "pupazzetti" v'ammazzo.
Al momento i miei gusti si orientano sempre più verso il grottesco e il mostruoso di magnifiche (ma costosissime) gamme come la Smog 1888. Guardare, non comprare (Sigh).

6. Niente di nuovo qui, le collezionavo all'epoca, le colleziono tutt'ora. Sono adesso più dispersivo e ho perso i contatti con la gran parte dei miei giocatori abituali. Diciamo che la scomparsa di Warhammer Fantasy ha davvero ammazzato la voglia di proseguire. Grazie Mamma Gw, spero per te che Age of Sigmar continui a vendere...
Smog 1888 sta per tornare con la Cool Mini Or Not in un fiammante – ancorché bellissimo – gioco di miniature in scala 28mm. Ci sono voluti anni, ma meglio tardi che mai.
Un po' minaccioso quel “v'ammazzo”, furori da gioventù...
Mi piacciono le camicie. Ogni tipo di camicia. In effetti, adoro gli indumenti che hanno tanti bottoni; più ce ne sono meglio è. Per me la tuta non è che un altro nome per "pigiama". Il ventunesimo secolo e i suoi pessimi gusti.

7. Adoro le camicie! E i bottoni! E i panciotti! E il tweed! E le bretelle! E i corsetti!
Sì, anche su questo versante nulla di nuovo, continuo a ritenere “pigiami” quelle cose chiamate tute in cui vedo i runners correre alla mattina. Lo so, lo so, fa bene al corpo, alla salute, alle chance di corteggiamento ecc ecc


Rimangono altre 4 cose, poi la smetto di annoiarvi.

8. Ritengo una disabilità, specie in un periodo del genere, la mia incapacità di seguire le serie Tv.
Davvero, non ci riesco. Riconosco che molte serie odierne siano girate bene e prodotte anche meglio; ma davvero faccio fatica a superare le prime due, tre puntate, non importa quanto frenetiche o ben calibrate. Ogni volta che le guardo mi sembra di esser preso per scemo: scene che in un film verrebbero tagliate come superflue sono qui ingrandite, ingigantite, trascinate per ore e ore tranquillamente inutili per la trama. 
Il film è magrezza di tempo e spazio; la serie tv è obesità di tempo e spazio, uno sbrodolamento di roba messa lì per allungare.
So che è un giudizio scorretto, ma penso che le serie tv odierne siano film “annacquati” per un pubblico sempre meno attento e sempre più vorace di ore da sprecare in un qualche modo. 
A me l'idea di fare maratone di puntate, immobile per ore e ore, fa paura.

9. Ho sempre più l'impressione, specie dopo la mia laurea, di fare sempre le stesse cose per motivi che nemmeno io più conosco. Come lo zombie ripete i gesti della vita passata, così a volte mi blocco a metà di un movimento a domandarmi perché diamine lo stia facendo.
Ad esempio, mi sono accorto da tempo che la mia fissazione per Kickstarter non deriva dall'avere un progetto, deriva dal seguirlo, contribuirlo, avere consapevolezza d'averlo aiutato. Ho visto in questi anni così tanti progetti fallire, così tanti incidenti capitare (l'autore che viene investito, perde la casa, si ammala, gli muore un parente, calcola male i costi, ha un figlio, due figli, si sposa ecc ecc) Certe raccolte fondi su Kickstarter mi hanno dato più soddisfazioni per quella data persona che ha raggiunto quel dato sogno, che per l'effettiva “compera”. Me ne sono reso conto solo col tempo, che lo facevo per quel qualcuno, non per quel qualcosa. Bisogna anche trovare il senso in quello che si fa, non proseguire per inerzia.

Caro, vecchio Ranxerox! 
10. Ho la barba (o barbetta, o cespuglio, a seconda della giornata e di quanto vi sentiate crudeli) da così tanto tempo che non mi ricordo più la mia faccia sotto. In effetti, l'ultima volta è stato 7 anni fa, per un'operazione ai denti in ospedale. Bizzarro, no?
La moda sta di nuovo cambiando e vedo la barba lentamente sparire. Su Vice, l'hipster come movimento è stato dichiarato morto. Non li rimpiangeremo, ma sicuramente ci aspettano tempi duri, per noi barbuti.

11. I soldi sono lo sterco del diavolo. Questa definizione di un complessato monaco del Medioevo è tuttavia perfetta. Se ancora all'istruzione primaria e secondaria una certa omogeneità garantisce che non si sentano le differenze di classe e di denaro, all'università e al lavoro queste saltano fuori nella maniera più atroce. Non so come trattare amici e conoscenti con cui perdo un buono e sano rapporto solo perchè essenzialmente loro hanno soldi e io no. Può sembrare riduttivo, ma al nocciolo è così: la struttura economica danneggia tutto il resto, lo svuota di significato, lo annichilisce. Confesso in piena sincerità che alcuni dei problemi di questi amiciricchi” mi risultano completamente estranei.
Sento la stessa lontananza che potrei sentire tra me e un marziano del pianeta Marte.
Cosa dovrei dire quando un amico mi confessa la sua profonda “tristezza” dovuta a un mancato rapporto amoroso? Amico mio, prova a svegliarti con l'ansia di pagare la tassa d'iscrizione a settembre ogni mattina e magari, chissà, i tuoi problemi amorosi passeranno in secondo piano.
Lo sterco del diavolo è uno sterco indispensabile, un male necessario. Sta in questo, il suo carattere più odioso: per com'è strutturata l'attuale società e l'attuale economia, la libertà dell'uomo (o nell'esempio precedente la sua chance amorosa) è fornita dal suo potere d'acquisto.
E' un'orribile consapevolezza, degna del vomito metafisico più violento. E l'aspetto più odioso è il modo con cui si nasconde, si eclissa, si maschera come innocua e “normale”. Chi ha soldi, non si accorge di possederli, ne dà per scontato il possesso negli altri.
Secondo l'economista Juan Robinson l'ideologia è come la respirazione, si fa sempre fatica a sentire la propria. Andrebbe aggiunto che se identifichiamo ideologia e soldi, alcuni non si accorgono mai di possederne più degli altri.
Ma per carità, sono io che sono un solitario frustrato, non arrabbiatevi.

Non perdete la testa, eh! 

2 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Grazie delle belle parole che hai speso per me :D
Sapevo che le tue risposte non sarebbero state banali!

Coscienza ha detto...

@Marco Grande Arbitro
Di nulla! Ti ho risposto un po' tardi (giusto un paio di mesi ^^), ma meglio tardi che mai :D