mercoledì 23 luglio 2014

Nemo: le rose di Berlino


Inizialmente Janni Drakkar, dalla sua prima comparsa nel volume "1910", non mi piaceva per niente. 
Molto cliché – la fuga dal padre, l'incontro col mondo selvaggio e brutale della città, la vendetta finale – e molto convenzionale. Era un elemento d'attrito interessante che Nemo avesse desiderato un figlio maschio, l'avesse anzi dato per scontato e avesse poi ricevuto un'unica figlia femmina
Ma la trilogia spin off della Lega, con Janni come protagonista, sarebbe stata ambientata un bel po' di anni dopo la morte di Nemo, ormai anziano. Dunque, non era su Nemo, pardon, Janni, che puntavo le carte, ma sull'ambientazione. E invece.

Se il primo volume Cuore di ghiaccio brillava proprio per una protagonista determinata, ma ancora giovane, quasi "ingenua", questo secondo volume mostra una Nemo ormai irrigidita, qualche anno prima che si avvii alla mezz'età. E' forte, quasi "virile" nella sua determinazione ad assumere il mantello del padre ("è solo questo mantello... E' troppo grande e pesante, alle volte" cit. Nemo: cuore di ghiaccio) ma quest'implacabile tenacia a perseguire i propri obiettivi s'esplica in un personaggio molto chiuso in sé stesso.
Nel corso di questa seconda avventura gli sprazzi di emotività e sentimento vengono tutti relegati al vice (e amante) in comando, Broad Arrow Jack. E' Jack a commuoversi per la disgrazia che colpisce a inizio volume, è Jack che commenta disgustato gli orrori del regime di Hynkel, è Jack che sceglie di reagire con rabbia e furore agli antagonisti, mai prima d'ora così crudeli.
Il peso della responsabilità di Lincoln Island, del Nautilus e dei delicati rapporti geopolitici in cui sono invischiati porta Janni a una freddezza che cela un profondo dolore. 
Personaggio, a differenza della Mina Murray, meno generalista e dunque più difficile d'approcciare.

Janni, in questo secondo volumetto, è caduta in una trappola.
La figlia, Hira, s'è sposata con Armand Robur, figlio dell'omonimo Robur costruttore della micidiale aeronave "Il Terrore". Essendo Robur un bravo francese patriottico, Janni ha scelto dunque di schierarsi dalla parte di francesi e inglesi contro la potenza di Tomania, guidata dal fanatico Adenoid Hynkel
Moore nei volumi della Lega gioca con letteratura alta e bassa mescolandola agli eventi storici. Conseguentemente, nel mondo di Nemo non esiste Hitler, ma esiste Hynkel, il dittatoruncolo di Chaplin del film "Il Grande dittatore". Allo stesso modo ci si riferisce a un certo Benzino Napaloni, alter ego del nostro già buffonesco Benito Mussolini. Hynkel regna sulla Tomania, che affianca la Germania imperiale, che a sua volta ha accettato la dittatura di Hynkel.
Inoltre, a complicare le cose, l'inventore delle macchine di “Metropolis”, Rotwang, si è qui dedicato in prima persona alle ristrutturazioni architettoniche per cui era famoso il film; di conseguenza troviamo sia la bella Maria-Robot, lo strumento di "propaganda" donna-macchina, sia i ritmi e gli edifici nello stile Bauhaus.
 E ancora; dovendo citare la cinematografia dell'avanguardia espressionista tedesca, non poteva mancare il dottor Caligari e il criminale Mabuse.
Il primo è tra i prediletti di Hynkel e comanda uno spietato commando di Narco-soldati. Implacabili macchine di carne, mosse dalla potenza del sonno ipnotico saranno un osso duro per gli scontri a fuoco di Nemo. Il secondo, invece nel nome del crimine aiuterà a sorpresa Janni, spezzando così lo stereotipo dei tedeschi tutti-sempre-cattivi.
Con una mossa a sorpresa, Hynkel annuncia d'aver abbattuto il terrore di Robur e aver catturato la coppia di sposini; la lotta contro la pirateria di Janni è infatti voluta dall'alleata africana di Hynkel, l'immortale Ayesha già presente in Cuore di ghiaccio. Un'infuriata Nemo corre a salvare la figlia dalle grinfie dei nazisti... Oops, dei Tomaniani!

Le inquietantissime truppe di Narco-commando

Per certi versi è difficile distinguere oggettivamente se questo volume sia migliore del primo, o costituisca un passo indietro. Le mie preferenze storiche vanno tutte all'età tardo vittoriana, o al primo Novecento. Conseguentemente, Nemo: cuore di ghiaccio per me non può che essere superiore a questo pur profumatissimo Rose di Berlino. C'è inoltre d'osservare come più ci si avvicini all'età contemporanea, più scompaiono i riferimenti letterari e pulp, a segnalare la progressiva discesa per la cuna tipica della cultura di massa.

D'altronde, sul piano della trama quest'episodio fila molto più veloce e divertente del primo.
Siamo nel campo della classica avventura spara-spara contro i cattivi Nazi.
 I dialoghi sono ridotti all'osso, i personaggi agiscono, senza molto discutere. Molte delle linee di dialogo tra Nemo e Jack sono battute, domande brevi e frasi interrotte. Visivamente Kevin O' Neill regala alcuni scorci mozzafiato. Non è da tutti coniugare Metropolis con la Gestapo, o reinventare i toni chiaroscurali di questa Berlino mai così grigia, mai così mefitica. E' come se Alan Moore avesse deposto la penna e consegnato completa carta bianca al suo disegnatore di fiducia. Considerando che vi sono molti più appassionati della Seconda Guerra Mondiale che degli anni 20', l'avventura è molto più abbordabile rispetto a Cuore di ghiaccio.

Io la odio questa gente! (cit)

Alcuni personaggi poi spiccano particolarmente.
Mabuse, Caligari e Hynkel rimangono sullo sfondo, ma Maria-Robot è uno splendido Villain.
Ayesha, invece è il prototipo della stronza arrogante, ma svolge il suo ruolo con efficacia, con tanto di epico duello finale.
Ho già inoltre scritto di Janni, che trovo un personaggio femminile di Moore più riuscito di altri; o se non altro meno maltrattato. In effetti tutta l'avventura è al (quasi) completo femminile; tra Maria-Robot, Ayesha, Hira e Janni Drakkar tutti i personaggi che mettono in moto il plot sono femminili.
Questo lascia tanto più perplessi, quando a un certo punto nella storia, c'è un gratuito ingresso in un “Bordello di stato Tomaniano” in un continuo display di seni e ghiandole mammarie. E' difficile dire, se sia fan service dovuto a Moore che invecchia o un riferimento al postribolo che visita Maria-Robot in Metropolis. Propendo per la seconda ipotesi; c'è inoltre da dire che lo stile graffiante di Kevin O' Neill riesce a rendere aguzze e rettangolari anche le tette, per cui l'elemento “sensuale” risulta praticamente assente.
Gustosissimo infine l'inserto “finto-giornalistico” finale, con le consuete strizzate d'occhio, dall'olezzo della “gigantesca scimmia in decomposizione” (King Kong!) al resoconto di questa seconda guerra mondiale alternativa, con la popolazione di “pacifici troll della Norvegia” perseguitati dai Tomaniani, o con l'abbattimento della “Dinastia Ubu” polacca, i fabbricanti “di candele verdi”.

Promosso, dunque? Sì, sì, ma con riserva. C'è meno carne al fuoco, ma questo per molti costituirà un punto a vantaggio. D'altronde, a ripensare e palpeggiare certe splendide scenografie, certe innovazioni, per non citare la Maria-Robot... Ci si sorprende a consegnare l'ennesima Lode. 

4 commenti:

Alessandro Forlani ha detto...

Ok. Oggi vado in fumetteria.

Coscienza ha detto...

Dopo fammi sapere che t'è sembrato, che sono curioso :)

PS: Verso lunedì spero di tradurre le annotazioni relative di Jess Nevins come avevo già fatto con Nemo: cuore di ghiaccio!

Alessandro Forlani ha detto...

...e avevi ragione. Solite squisite citazioni "alla Moore", ok, ma... beh, un po' grattato via, ecco. Forse l'episodio "con i nazisti", dato lo spessore ormai storico della saga dei Gentlemen, avrebbe meritato più approfondimento. Sono sincero: ho sentito la mancanza di almeno il doppio delle pagine di sviluppo. Al confronto, "Cuore di Ghiaccio" mi è piaciuto di più; un'avventura artica alla HPL e stop, tanto meglio per gli accaniti di Lovecraft che hanno potuto apprezzare, ma buono lo stesso per i neofiti. In ultimo, piccola lamentela editoriale: i baloons in tedesco si potevano tradurre, eh?... fosse stato un "Teufel", uno "Schnell" qua e là... ma interi dialoghi... uhm...

Coscienza ha detto...


Sì, alla fin fine è una sorta di avventura pulp molto "leggera". 10/10 al disegnatore, 6/10 per Moore, una sufficienza un po' rosicata.

La Bao ha detto che i Baloons sono stati tenuti in tedesco per esplicita volontà di Moore che essendo masochista, cerca sempre di scoraggiare il lettore >.<
Nelle annotazioni di Nevins sono in parte tradotti.

Però visto che roba, eh la Maria-robot? "L'involucro non è più utile alla sua funzione di propaganda" Peccato ;-D